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Nell’attuale scenario comunicativo l’informazione è uno strumento spuntato. Se ieri era funzionale comunicare le caratteristiche di un prodotto o di un servizio, oggi occorre investire su una strategia narrativa che attribuisca al prodotto o al servizio il ruolo di “protagonista di una storia” innescando un processo di identificazione nel target di riferimento: la figura del consumatore viene tripartita in “utente-eroe-spettatore”. 

I brand iniziano a raccontare storie. I prodotti stessi mutano in storie. E il marketing diventa narrativo. Per analizzare e comprendere i meccanismi di funzionamento di una narrazione e tradurli in una call to action è necessario ricorrere a strumenti teorici, rivolgersi alle radici dei cosiddetti immaginari condivisi, chiedersi dove origina la narrazione che influenza il nostro agire. Lo schema generale della fiaba foggiato V. J. Propp, i suoi personaggi e le funzioni a cui assolvono, ci conducono verso quello che M. Hauge e C. Vogler hanno definito “il doppio viaggio dell’eroe”. 

I nuovi tópoi della comunicazione globale assurgono a scenario, ambientazione osmotica e in divenire dei nostri racconti, dove il brand activism, la naturalizzazione della tecnologia e la concezione di Era farmocopornografica, fanno da sfondo agli eroi e ai loro conflitti. Bisogni e relazioni passano attraverso i nostri smartphone: ecco che lo storytelling si declina nella UX-user experience e l’Iot- Internet of things ci riporta alla realtà passando per la rete, aumentando e contagiando le nostre storie e i loro eventuali finali.