L’economic anxiety, che ha segnato gli ultimi decenni, ha messo in evidenza come le certezze dei lavoratori abbiano iniziato a vacillare sotto i colpi della flessibilità lavorativa e della globalizzazione. L’insicurezza lavorativa, nella sua dimensione personale e sociale, ha spostato l’attenzione sul concetto di competenza come strategia necessaria per mantenere elevato il livello di employability. Le soft skills intese come “una combinazione dinamica di abilità cognitive e metacognitive, abilità interpersonali, intellettuali e pratiche che aiutano le persone ad adattarsi e a comportarsi positivamente” (Haselberg 2012), diventano quindi una componente vitale: non sono solo quelle “più ricercate” dal mondo delle organizzazioni, bensì una componente di vita essenziale per tutti. Un metodo di apprendimento attivo che coinvolge i discenti nella discussione e nella pratica, facilita l’implementazione delle soft skills rendendole immediatamente spendibili nel contesto lavorativo.
Il percorso di implementazione delle soft skills attraverso il linguaggio cinematografico si pone l’obiettivo di:
Il linguaggio cinematografico diventa la lente di ingrandimento attraverso cui analizzare le soft skills. Ogni incontro partirà dalla visione di un film a seguito del quale i discenti si confronteranno in una discussione guidata che farà emergere modelli teorici e contesti di applicabilità della competenza trattata.
FILMOGRAFIA
Il diritto di contare (2016) Regia di Theodore Melfi (Employability)
Il film racconta una parabola di emancipazione femminile che sfoglia una pagina sconosciuta della nasa. Katherine è un genio dei numeri e della matematica. Borsa di studio ad honorem e laurea. Viene assunta con le sue 2 amiche del cuore - Dorothy, ingegnere, e Mary informatica - alla NASA, dove si lavora per inviare l'uomo nello spazio. Ma siamo in Virginia, è il 1961 e le 3 ragazze sono nere. Combattono contro ogni discriminazione e la spuntano. Melfi racconta un capitolo della Storia americana, noto al mondo e da sempre coniugato al maschile, da un punto di vista diverso, per il fondamentale contributo non solo femminile, ma anche afroamericano. La pellicola riesce a toccare temi delicati come parità di genere, educazione, lavoro e razzismo, con una narrazione appassionata e mai banale.
Nei prossimi incontri:
La ricerca della felicità (2006) Regia di Gabriele Muccino (Motivazione)
L’attimo fuggente (USA,1989) Regia di Peter Weir (Leadership)
The Terminal (USA, 2004) Regia di Steve Spielberg (Problem solving)
Il sapore della vittoria (USA, 2004) Regia di Boaz Yakin (Team building e working)
L’uomo dell’anno (2006) Regia di Barry Levinson (Comunicazione)
Beate (Italia, 2018) Regia di Samad Zarmandili (Employability)
Come ti divento bella (USA, 2018) Regia di Abby Kohn, Marc Silverstein (Self-Marketing)
Tutta la vita davanti (Italia, 2008) Regia di Paolo Virzì (Employability)
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