Nei Servizi
di welfare, gli operatori sociali incontrano persone, famiglie, gruppi e
comunità che hanno un background migratorio e si trovano in situazione di
difficoltà. In questo contesto, assistenti sociali, educatori/educatrici e
psicologi/psicologhe sono chiamati a svolgere interventi efficaci e rispettosi
delle differenze culturali. Che si tratti di famiglie migranti,
richiedenti asilo, minori stranieri non accompagnati, figli delle seconde
generazioni o comunità etniche, gli operatori sociali incontrano la dimensione
interculturale nella pratica operativa quotidiana.
Le relazioni interculturali di aiuto pongono ai professionisti sfide
complesse che nella maggior parte delle situazioni espongono a dilemmi etici,
vissuti di incertezza o spaesamento, emozioni contrastanti.
La componente interculturale può complicare i percorsi di aiuto e tra
i professionisti potrebbe essere esperienza comune porsi le seguenti domande:
Come è giusto valutare comportamenti culturali diversi? Come possiamo gestire
le barriere linguistiche? Come possiamo contrastare meccanismi di
discriminazione? Fino a che punto le competenze genitoriali possono essere
diverse quanto sufficientemente buone? Come possiamo accompagnare le persone
nel gestire le difficoltà connesse al percorso migratorio?
Il social work interculturale richiede ai professionisti di riflettere sui
propri valori e sui propri confini, senza rinunciare a principi deontologici,
etici e metodologici che stanno alla base delle professioni di aiuto. Il corso
intende offrire gli strumenti per apprendere, anche attraverso esercitazioni e
supervisioni di caso, come è possibile accompagnare percorsi di aiuto che
valorizzino le differenze culturali e accompagnino le persone nel miglioramento
delle loro condizioni di vita.
Nelle due giornate di formazione verranno affrontati i seguenti contenuti:
Venerdì 12 giugno:
Basi di Social work interculturale: storia,
principi e concetti chiave;
Il concetto di cultura nel social work: come e
quanto utilizzarlo;
Etnocentrismo e relativismo culturale:
approcci e stili operativi critici nei percorsi di aiuto;
I pregiudizi e gli stereotipi involontari
nelle relazioni di aiuto: come riconoscerli e come contrastarli;
Supervisione di caso.
Sabato 13 giugno:
Le barriere linguistiche e la collaborazione con i mediatori linguistico-culturali;
Il rapporto tra cultura e problema: come
effettuare valutazioni corrette;
Punizioni corporali, maltrattamenti su minori
e violenza contro le donne;
Le fonti di errore nelle valutazioni con persone immigrate: strumenti e accorgimenti per evitarli
Gli obiettivi delle due giornate di formazione
sono:
Apprendere le basi teoriche e
metodologiche del Social work interculturale;
Acquisire strumenti e accortezze operative
necessarie nei percorsi di aiuto con persone, famiglie, gruppi e comunità
di immigrati;
Riflettere sul concetto di
“cultura” e sulle sue declinazioni nei percorsi di social work;
Sperimentare in prima persona meccanismi
che veicolano stereotipi e pregiudizi nei percorsi di aiuto;
Acquisire tecniche e strumenti per gli interventi
di valutazione con persone immigrate;
Apprendere strategie per contrastare forme di discriminazione istituzionale nei Servizi e nelle comunità, a partire dalla comprensione dei meccanismi che le generano.